
Le arti marziali non sono solo sport, appresentano un percorso di crescita, imparare il rispetto e costruire equilibrio. All’interno della FIJLKAM – Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali – queste discipline diventano strumenti di educazione e inclusione, capaci di trasmettere valori.
Con il Presidente FIJLKAM Puglia Nicola Rinaldi, abbiamo approfondito come il Judo, antica arte marziale, continui a trasmettere valori, ispirare e formare le nuove generazionia diffondere una cultura sportiva basata su rispetto, passione e crescita personale.
Il Judo ha una storia antica, ma resta uno sport molto attuale. Qual è la sua forza e il suo fascino per le nuove generazioni?
Il Judo affonda le sue radici nel XIX secolo, grazie al professor Jigoro Kano, sociologo e ministro dello Sport giapponese. Kano comprese il potenziale di una disciplina ispirata alle arti marziali dei samurai, creando un metodo accessibile a tutti, con solidi fondamenti culturali e sociali.
La forza del Judo sta proprio in questo: non è solo uno sport, ma trasmette valori umani, inclusivi e di condivisione delle proprie capacità. Kano intuì subito che il Judo poteva diventare una disciplina sportiva di livello mondiale, con l’obiettivo di entrare nel programma olimpico. Dal 1964, infatti, il Judo è riconosciuto come sport internazionale olimpico.
L’azione di Kano mirava a promuovere la collaborazione reciproca tra tutti i praticanti: il motto era “tutti insieme per progredire”. Questo principio resta centrale ancora oggi, insieme al rispetto delle regole e alla condivisione dell’attività sportiva, con un’idea di prosperità comune tra i popoli.
La Federazione riunisce diverse discipline come judo, lotta e karate. In cosa si assomigliano e in cosa si differenziano?
La nostra federazione è trasversale, comprendendo judo, lotta e karate. Judo e lotta sono discipline Olimpiche, mentre le altre arti marziali, come jiu-jitsu, il jiu-jitsu brasiliano, il Pancrazio, l'Aikido sono più specifiche e non hanno una caratura olimpica. Tuttavia, tutte condividono i valori di inclusività e coesione che caratterizzano la nostra federazione.
Oggi è una delle tre federazioni più grandi in Italia per numero di tesserati. La nostra organizzazione si impegna a promuovere queste discipline sia a livello giovanile sia agonistico.
Molti lo conoscono solo come sport da combattimento, ma il Judo è anche un percorso educativo?
Assolutamente sì. Lo spirito del Judo è quello della formazione dell’individuo: rispetto, disciplina, accettazione delle regole e collaborazione. Anche se è uno sport individuale, favorisce la vita di gruppo, gli allenamenti condivisi, le trasferte e persino iniziative scolastiche e formative. La federazione collabora con Sport e Salute e il CONI per garantire un percorso educativo che trasmetta valori sociali forti.
Il Judo si fonda su rispetto, disciplina e autocontrollo. Come vengono trasmessi questi valori?
La pratica quotidiana è fondamentale. Il Judo si pratica nelle palestre (Dojo), che sono luoghi non solo di allenamento, ma anche di apprendimento dei valori che si applicano nella vita quotidiana. Gli atleti, guidati dai maestri, imparano a trasferire questi principi anche fuori dal tatami.
Quindi la mentalità da Judoka, è un modo particolare di affrontare la vita e lo sport?
Esattamente. La mentalità del judoka consiste nell’affrontare la sconfitta come un’occasione di crescita. L’obiettivo non è vincere a tutti i costi, ma rispettare l’avversario, riconoscere i propri errori e migliorarsi costantemente.
Dal punto di vista fisico e mentale, quali benefici concreti offre il Judo?
Dal punto di vista fisico, il Judo è uno sport completo che coinvolge tutte le fasce muscolari. La pratica prevede allenamenti intensi sia di carattere fisico sia mentale, combinando fasi aerobiche e anaerobiche. Essendo uno sport di combattimento, richiede l’intervento di tutto il corpo e sviluppa anche la concentrazione e la resistenza mentale. Autocontrollo e resilienza entrano in gioco anche durante le competizioni. Diversamente dagli altri sport, una gara di judo inizia la mattina e a volte l’atleta è impegnato per quattro, cinque, sei ore prima di giungere alla finale, circostanza che comporta stress mentale.
Negli ultimi anni si parla sempre più di inclusione nello sport. Il judo può diventare uno strumento di integrazione anche per persone con disabilità o fragilità?
Assolutamente sì. La federazione porta avanti uno studio e un lavoro funzionale all'inclusione. Ha attivato programmi specifici per persone diversamente abili includendo anche attività mirate per chi ha disturbi dello spettro autistico, sindrome di Down o limitazioni visive e uditive. Questi programmi consentono agli atleti di praticare in modo sereno, ottenendo benefici sia fisici sia sociali.
Il Judo è uno sport accessibile a tutti anche economicamente?
Il Judo è uno sport che comunque comporta dei costi, ma rispetto ad altre discipline sportive è molto più accessibile perché la pratica del Judo prevede solo di indossare un Judogi, che è costituito da una giacca, un paio di pantaloni e una cintura.
Ci sono iniziative o programmi per favorire l'ingresso di nuove fasce di praticanti?
Sotto questo aspetto Sport e Salute della Regione Puglia sta offrendo un grande contributo grazie a bandi che attribuiscono dei voucher alle famiglie economicamente svantaggiate. la Regione e il Ministero coprono le quote sociali delle società di appartenenza per un certo periodo e incentivando l’ingresso di nuovi praticanti.
Se una persona volesse iniziare oggi, qual è il primo passo per entrare nel mondo del judo?
È facilissimo, basta iscriversi ad una società sportiva dilettantistica affiliata alla FILJKAM e troverà sicuramente, in quell'ambito, un tecnico specificatamente qualificato e specializzato. i quadri tecnici vengono formati e aggiornati a step temporali molto ravvicinati.
La FIJLKAM è molto attiva nel promuovere il Judo sul territorio. Quali sono le linee di sviluppo, le priorità, ciò su cui state lavorando per far crescere il movimento regionale?
La Puglia, che io rappresento in qualità di Presidente del Settore Judo, è una delle regioni primarie per quanto riguarda questo tipo di attività. Noi, nel corso dell'anno, svolgiamo un'intensissima attività promozionale a carattere giovanile, organizzando eventi e manifestazioni su tutto il territorio regionale finalizzati alla promozione del judo. Abbiamo organizzato l'ultima gara domenica scorsa a Mola di Bari, dove si è tenuta una tappa del Trofeo Italia proprio rivolta a queste classi.
Presidente Rinaldi quale messaggio vuole lasciare a chi legge questa intervista e non conosce ancora il mondo del judo?
Il messaggio è quello di avvicinarsi al mondo del judo per scoprire le grandi potenzialità che ha questa disciplina, soprattutto nel coinvolgimento dei genitori sotto il profilo educativo. il judo è uno sport per tutti, questo è il nostro slogan. Non è solo rivolto ai giovani, si può iniziare la pratica del judo a qualsiasi età, perché le modalità di formazione sono appositamente studiate per le diverse fascia di età. Personalmente ho constatato in alcune società pugliesi, la partecipazione di tantissimi allievi adulti e persino ottantenni praticare il judo. Quindi non ci sono controindicazioni da nessun punto di vista.