Canoa e kayak: sport acquatici a contatto con la natura – Intervista all'allenatore federale Ciro Senatore

Oggi parliamo di due sport acquatici sempre più diffusi: la canoa e il kayak. Per scoprire meglio questo affascinante mondo, abbiamo con noi Ciro Senatore, allenatore di III livello di canoa e kayak presso la Lega Navale di Bari. Un titolo riconosciuto dalla FICK (Federazione Italiana Canoa Kayak) che certifica non solo tecniche, ma anche nella metodologia dell’allenamento, fondamentali per accompagnare atleti di ogni età e livello.
Con una lunga esperienza alle spalle, ha iniziato a praticare la canoa da ragazzo, per poi proseguire come atleta e, dal 1995, come allenatore. 

Ma prima, facciamo chiarezza: qual è la differenza tra canoa e kayak?
Spesso i due termini vengono usati come sinonimi, ma ci sono differenze importanti:
Nel kayak, l’atleta è seduto, con le gambe distese all’interno di un pozzetto chiuso, e utilizza una pagaia a due pale. È la tipica imbarcazione degli eschimesi, pensata per la velocità e il controllo.
Nella canoa, invece, l’atleta è in ginocchio (o semi-seduto) e pagaia con una pala singola, su un’imbarcazione aperta. Ha origini caraibiche: il termine “canoa” deriva infatti da “kenu”, che significa “tronco scavato”.
Nella mia attività insegno principalmente il kayak, ma i principi di base, ma i valori, il contatto con la natura e i benefici sono comuni a entrambe le discipline.

Come è iniziato il tuo rapporto con questo sport?
Molti anni fa praticavo judo e durante il periodo estivo il mio allenatore mi propose di provare la canoa. Era a Salerno, e da lì non ho più smesso. Anche d’inverno continuai a praticarla e successivamente mi trasferii ai Canottieri Irno. Poi, per motivi di lavoro, mi spostai a Manfredonia, dove iniziai a far conoscere la canoa in una città dove praticamente non esisteva. Mi affiancai alla Lega Navale di Manfredonia, poi fui trasferito a Bari dove nel 2008 iniziai l’attività alla Lega Navale. La mia esperienza come istruttore è cominciata nel 1995, e da allora ho sempre seguito principalmente bambini dagli 8 ai 15 anni.

A chi consiglieresti la pratica della canoa e del kayak, e perché?
La canoa, soprattutto il kayak che è quello che pratichiamo, lo consiglierei a tutti. Si svolge in ambienti naturali come mare o laghi, permette di viaggiare, fare nuove amicizie e conoscere una disciplina affascinante. Ma va detto: richiede un minimo di impegno. Anche solo restare seduti sul kayak per un po’ può essere faticoso. Serve un minimo di preparazione fisica per goderselo davvero.

Perché sceglierlo rispetto ad altri sport?
Perché è uno sport completo, che coinvolge tutto il corpo: braccia, addominali, gambe. Si fa anche corsa e preparazione atletica a terra. E poi, soprattutto, è a contatto con la natura. Ogni allenamento è diverso: il mare cambia ogni giorno, le condizioni atmosferiche ti obbligano ad adattarti e questo rende il tutto molto più stimolante rispetto a un’attività ripetitiva in palestra o piscina.

Cosa diresti a chi non l’ha mai provato?
Che è uno sport che insegna a cavarsela da soli, fin da subito. Anche solo evitare una boa ti costringe a prendere decisioni rapide, a sviluppare attenzione e riflessi. È una forma di disciplina: impari a gestire lo spazio, il tempo, il movimento. il kayak ti insegna ad affrontare e superare gli ostacoli, e nella vita questa capacità è fondamentale.

Quali valori trasmette questo sport?
L’amicizia prima di tutto. In questi trent’anni ho visto legami nati in canoa che durano tutta la vita. Anche se poi le persone vivono in città diverse, l’amicizia rimane forte. E poi c’è il senso di appartenenza alla squadra, anche se è uno sport individuale. Quando si va alle gare, ci si incita a vicenda, si condivide tutto, dalla preparazione all’adrenalina della competizione.

Che tipo di mentalità aiuta a sviluppare?
Sicuramente la determinazione. Ti abitua a non mollare. Mi è successo da ragazzo: c’era sempre un atleta più forte di me, ma io continuavo ad allenarmi con costanza, e alla fine l’ho superato. Ti insegna che la costanza paga, che bisogna crederci fino in fondo.

Perché è utile far praticare questo sport ai bambini?
È uno sport completo, si fa all’aperto, sviluppa il corpo ma anche la mente. Aiuta ad affrontare le difficoltà immediate, a non arrendersi. Inoltre, è un ottimo modo per allontanare i ragazzi dalla strada, da situazioni poco sane. Insegna disciplina, rispetto e indipendenza. E soprattutto li mette in contatto con la natura.
Cosa insegna ai più piccoli?
Insegna ad affrontare ostacoli, anche piccoli, in autonomia. Li rende più reattivi, più adattabili. Sviluppano fiducia in sé stessi e imparano a gestire lo spazio e il movimento in modo istintivo e consapevole.

È uno sport adatto a tutte le età?
Assolutamente sì. Esistono categorie master che gareggiano anche oltre i 60 anni. Io stesso ne ho 56 e ancora partecipo alle competizioni, compatibilmente con gli impegni da istruttore. Quindi sì, è adatto davvero a tutti.

Quali benefici apporta sul piano fisico?
È uno sport che forma e scolpisce il corpo in modo armonico. Coinvolge tutto: braccia, schiena, gambe, addominali. Prima di andare in acqua, facciamo sempre esercizi a terra, proprio perché serve una preparazione atletica completa.

Quali benefici sul piano mentale o emotivo?
Lavorare all’aperto, a contatto con l’acqua, ti cambia. Ti dà un senso di benessere, di equilibrio. E poi c’è l’entusiasmo di far parte di un gruppo, la soddisfazione di migliorarsi, anche con piccoli risultati. I ragazzi, appena arriva una giornata di sole, controllano il mare e mandano foto nel gruppo. Questo legame con la natura è bellissimo.

Se una persona volesse iniziare oggi, a chi dovrebbe rivolgersi?
 A Bari, può contattare la Lega Navale Italiana, sezione di Bari. Ci si può avvicinare tramite email, telefono o social. In generale, basta rivolgersi a una società affiliata alla federazione Canoa kayak Fick 

È uno sport accessibile a tutti, anche dal punto di vista economico?
Sì, assolutamente. L’attrezzatura base è fornita dall’associazione. Serve solo un abbigliamento sportivo. Non è necessario comprare subito una canoa, anzi, io lo sconsiglio. Per iniziare, bastano giubbotto salvagente (che forniamo noi) e un minimo di voglia di mettersi in gioco.

Hai un ricordo, un’esperienza o un momento che ti ha particolarmente segnato?
Una gara in cui ho rappresentato la mia regione, insieme ad atleti di altre associazioni. Sentire i complimenti da parte di tutti, anche di chi non era della mia squadra, è stata una grande soddisfazione. Quel momento in cui capisci di essere un esempio per gli altri, sia in acqua che fuori, non si dimentica.

Che messaggio vuoi lasciare a chi legge e non conosce ancora questo mondo?
Provate la canoa, senza esitazioni. È accessibile, è semplice da iniziare, e regala tantissimo. Bastano pochi minuti per capire che sei nel posto giusto. E poi, una volta in acqua, non si torna più indietro.


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