Calcio

La mostra “La storia del Bari attraverso le maglie”: location perfetta per parlare del “calcio del futuro”
Lo “zar” Igor Protti e il “capitano” Giovanni Loseto autori di un’attenta analisi sulla necessità di investire sulle giovani promesse del territorio

Spazio Murat, in piazza del Ferrarese, nel cuore del centro storico del capoluogo pugliese, si è rivelato una splendida location per festeggiare il compleanno numero 114 del Bari. Qui abbiamo incontrato due grandi calciatori del passato, ancora oggi nel cuore di tutti i tifosi baresi: Igor Protti e Giovanni Loseto, due immensi capitani e grandi icone del calcio che conta, il calcio giocato e sudato, il calcio dei veri combattenti.
Noi di Sportale siamo qui non per la solita intervista sui successi del passato, ma per parlare del settore giovanile e delle promesse del futuro.
• Igor Protti e Giovanni Loseto un vostro giudizio in merito agli investimenti che le squadre di calcio effettuano sul settore giovanile? Ritenete che tale settore sia ancora oggi fondamentale?
Io ritengo che l’investimento sulle giovani promesse debba essere un aspetto rilevante che ogni società calcistica dovrebbe sempre curare. Puntare sulla cantera può divenire un plusvalore, un vero e proprio punto di forza per ogni squadra, di qualsiasi categoria. Io provengo dal settore giovanile. Sono entrato all’età di 13 anni, sono cresciuto nel settore giovanile e ho continuato a curare tale settore fino a 3 anni fa. All’epoca la società puntava molto su tale settore, al contrario di quello che accade oggi in quasi tutte le società di calcio italiane, e nello stesso Bari. In tutte le squadre italiane oggi vediamo giocare tanti stranieri e questo darà luogo a sempre maggiori problemi per la nostra nazionale. All’epoca (anni ‘80/’90) erano ammessi al massimo 2, 3 calciatori stranieri e tutti gli altri membri della squadra venivano ‘scoperti’ e assoldati dal settore giovanile. Adesso tutto questo non lo vedo più. Persino grandi squadre come la Juventus e l’Inter non investono più nella cantera e curano pochissimo il settore giovanile – sostiene Giovanni Loseto”.
A supporto della sua tesi è intervenuto Igor Protti che afferma: “Un esempio dell’importanza di tale comparto è fornito dall’Atalanta, una delle poche realtà calcistiche che ancora oggi cura molto tale settore e che in questi ultimi campionati sta raccogliendo i frutti di un lavoro cominciato già tanti anni fa. Io a fine anni 80 giocavo nella seconda squadra di Bergamo e l’Atalanta aveva già il centro sportivo di società, il centro sportivo Bortolotti a Zingonia (BG), dal quale ancora oggi vengono fuori giovani promesse. È chiaro che il settore giovanile è un ambito che ha bisogno di investimenti che non rendono nell’immediato, però, soprattutto nel calcio di oggi, se riesci a portare uno, due, tre giocatori in prima squadra e giocano bene 5 partite di seguito, questi valgono subito 10, 20, 30, 40 o addirittura 50 milioni di euro. Bastano pochi di questi calciatori per far recuperare gli investimenti fatti in tanti anni. Bisogna avere pazienza nel settore giovanile.
Ci tengo anche sottolineare che il settore giovanile ha un grandissimo impatto sociale perché riuscire a coinvolgere i giovani significa farli innamorare dello sport e non lasciarli per strada, e questo è sicuramente un aspetto che non si deve mai dimenticare”.

– Capitan Loseto cosa ne pensa delle scuole calcio? Sono abbastanza attrezzate per scoprire e sfornare i campioni del futuro?
Purtroppo, la realtà sta cambiando in tutti i suoi aspetti e sta cambiando anche nel mondo del calcio. Al giorno d’oggi anche nelle scuole calcio si pensa di più a fare ‘business’ che a ‘curare’ i ragazzini per trasformarli in probabili grandi giocatori del futuro. Al di là del discorso Bari, sono tante le società che non curano il settore giovanile e questo mi crea una situazione di scoraggiamento perché io sono tra coloro che crede fortemente nella crescita dei giovani, proprio come ho sottolineato in precedenza. Resto a guardare con grande disappunto. Poi chiaramente ognuno fa le sue valutazioni”.

– Igor uno di questi giorni pensi di tornare in terra di Bari come “talent scout”, nuovo scopritore di giovani talenti, non necessariamente nella prima squadra, ma anche in una delle tante eccellenti realtà calcistiche presenti sul territorio?
Nonostante per me tornare a Bari è come ritornare a casa, in questo momento non posso spostarmi dalla Toscana perché da quest’anno sono stato ri-coinvolto nel progetto Livorno. È ripartita una società nuova e mi hanno chiamato e non posso negare che ho voglia di cominciare una nuova sfida, ho voglia di dare una mano ad una squadra che riparte dall’Eccellenza e punta a giocare un campionato al vertice”.

Chiudiamo questa intervista augurando buon compleanno alla squadra del Bari e lanciando un messaggio al Presidente del Bari, Luigi de Laurentis, con il quale lo invitiamo ad avere una visione prospettica e a credere e investire maggiormente sul settore giovanile perché la storia di una squadra di calcio si fa con il passato, con il presente, ma anche e soprattutto con il futuro, e per garantire un futuro di successi alla nostra squadra sarebbe auspicabile continuare ad investire anche in tale settore.

Marina Basile

Marina Basile
Author: Marina Basile

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